Associazione Campanari Marchigiani Francesco Pasqualini
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L’Associazione Campanari Marchigiani “Francesco Pasqualini” nasce nell’anno 2008 dalla volontà di un gruppo di cinque soci fondatori, alcuni eredi dell’antico mestiere di campanaro, di unirsi nella ricerca di un impegno comune coltre i confini dei propri campanili, per far conoscere un aspetto della nostra cultura popolare (oggi sempre più minacciata da modelli banali e omologati) ancora vivo e attuale. Sebbene si ritrovi ad essere la più giovane fra le associazioni italiane con meno esperienza alle spalle, è attiva su tutto il territorio regionale con l’organizzazione periodica di eventi e attività rivolte al sociale, avvalendosi della collaborazione di altre associazioni e dell’appoggio degli enti locali. In ambito nazionale è in contatto con le altre associazioni campanarie operanti da diversi anni in tutta Italia, che si incontrano ogni anno in occasione dei raduni nazionali. Dal 2011 l’Associazione è ufficialmente iscritta nel Registro delle Organizzazioni di Volontariato delle Regione Marche.

Don Francesco Pasqualini L'associazione è intitolata alla memoria di don Francesco Pasqualini, un personaggio forse bizzarro, che inizia a fondere campane prima ancora di prendere i voti sacerdotali. Nasce il 2 gennaio del 1734 a Montedinove, un piccolo paese dell'entroterra ascolano. Nel 1755 il giovane chierico si trova a Fermo per studiare nel seminario arcivescovile della città. Nello stesso anno due esperti fonditori di campane, Giovanni Battista e Domenico Donati, originari della città dell'Aquila, hanno l'incarico dalla curia fermana di rifondere la "Viola", la seconda campana per grandezza del duomo. Il giovane Francesco è un ragazzo curioso, durante le pause dallo studio va ad assistere ai lavori per la preparazione del forno e dello stampo in terra (l'officina e la fornace vengono costruiti sul posto); i maestri fonditori prendono il giovane "a bottega", permettendogli di seguire tutte le fasi della lavorazione. 
Ritornato in famiglia a Montedinove per le vacanze estive, Francesco modella e fonde la sua prima campana, un piccolo bronzo del peso di appena 35 chilogrammi per la chiesa della Madonna dei Lumi.
 Francesco, diventato poi sacerdote e nonostante le ostilità dei malevoli che reclamano alle autorità ecclesiastiche, per l'incompatibilità del suo abito talare con l'arte del fondere, non abbandona la sua passione che porta avanti per tutta la vita, fondendo molte altre campane. E' significativo il fatto che all'inizio firma le sue opere insieme ai Donati (la seconda campana della chiesa parrocchiale di Ancarano datata 1759, porta non ha caso le firme di Francesco e Giovanni Battista), e solo in seguito da solo. Di don Francesco è il campanone del comune di Osimo (AN), datato 1797, del peso di circa 18 quintali, mentre a Sarnano (MC) fonde addirittura un intero concerto di tre campane, tuttora perfettamente funzionante. Altre campane documentate si ritrovano a Appignano del Tronto (AP), Montottone (FM) e in numerose altre località della nostra regione. 
Il 23 marzo del 1803 il sopraggiungere della morte gli impedisce di mantenere gli impegni presi con il comune di Tolentino, per la fusione della campana maggiore di San Catervo. L'opera viene portata a termine dal nipote Luigi (1775 - 1859), figlio del fratello Pasquale, al quale lo zio affida la nuova attività di famiglia. Ma questo è già l'inizio di un’altra lunga storia.